Dopo la scoperta di Kibra, il gene che determina la nostra memoria, gli studiosi americani hanno scoperto GCH1, un gene che ha un ruolo importante nel determinare la suscettibilità al dolore. Inoltre, una sua particolare variante sembra proteggere dal dolore. La scoperta, che potrebbe portare a future cure anti-dolore, è pubblicata sulla rivista Nature Medicine ed è stata finanziata dai National Institutes of Health degli Stati Uniti. Lo studio è stato condotto su volontari sani e pazienti che avevano appena subito interventi chirurgici in collaborazione con diversi centri statunitensi, fra i quali l'Istituto di Ricerca dentale e craniofacciale (NIDCR) di Bethesda, e l'Istituto per l'abuso di alcolici e l'alcolismo (NIAAA). DOLORE EREDITARIO «Abbiamo scoperto una via completamente nuova attraverso la quale nasce il dolore», ha osservato il coordinatore dello studio, Clifford Woolf del Massachusetts General Hospital e della Harvard Medical School di Boston. «La ricerca - ha aggiunto - dimostra che ereditiamo la sensibilità al dolore, sia in condizioni normali sia quando viene danneggiato il sistema nervoso». Conoscere il gene legato al dolore, inoltre, rende possibile identificare le persone a rischio, ad esempio permette di prevedere quale sarà la loro percezione del dolore dopo un intervento chirurgico. LA RICERCA DELLA VARIANTE Il primo sospetto sul gene della sensibilità al dolore era venuto osservando i geni che si «accendono» in seguito a danni al nervo sciatico. Quello che si sapeva, all'inizio dello studio, era che il gene GCH1 controlla la produzione del GTP cicloidrolasi, uno degli enzimi necessari a produrre una sostanza fondamentale nel processo di produzione di alcuni neurotrasmettitori, la tetraidrobiopterina (BH4). Esperimenti condotti sui ratti hanno quindi permesso di dimostrare, per la prima volta, che sia il gene GCH1 che la BH4 sono coinvolti nella percezione del dolore. «È la prima evidenza - ha osservato Wolf - di un contributo genetico al rischio di sviluppare un dolore neuropatico nell'uomo. La sequenza genetica che protegge dal dolore, presente nel 20%-25% della popolazione, sembra essere un indicatore sia per una minore sensibilità al dolore sia per un ridotto rischio di dolore cronico». Quindi i ricercatori sono andati a caccia delle varianti del gene GCH1 nell'uomo e hanno scoperto che una particolare variante del gene protegge sia dalla sensibilità al dolore cronico post-chirurgico, sia dal dolore acuto. Adesso stanno lavorando per definire esattamente il modo in cui il gene GCH1 viene attivato dalla comparsa di infiammazioni o da ferite e sperano di identificare altri geni coinvolti nella sensibilità al dolore.
(fonte: www.lastampa.it)
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