25 dicembre 2006

Un Forum su Piergiorgio Welby. Partecipate

E' in linea il Forum di questo blog. Il primo argomento riguarda Welby, com'è morto e l'eutanasia.

23 dicembre 2006

Piergiorgio Welby, possa tu riposare in pace

Riprendo ciò che il mio amico, collega e co-blogger Sebastiano ha scritto nei suoi blogs a proposito di ciò che è avvenuto.

"La Società dello Spettacolo avrebbe voluto che la vita di Piergiorgio Welby si concludesse in altro modo.

Oh, maledetti medici anestesisti-rianimatori! Perchè questa volta non avete fatto come le altre volte? Una regolata al respiratore qui, un giro di vite all'alimentazione artificiale lì ... e piano piano il paziente si sarebbe sfiancato. Morte fisiologica, tutto normale.

Ma gli Anestesisti Rianimatori si comportano così quando la situazione è all'opposto di quella di Welby, riuscendo a rimanere, in qualche modo, "entro la legge": tutti gli organi sono tenuti in vita dalle macchine e dalle terapia, ma il paziente non ha più cervello, è in morte cerebrale.

Ma non fate gli schizzinosi, anestesisti del cazzo, se lo facevate subito nessuno si sarebbe accorto di niente, prima che si sollevasse quel polverone che la Società non voleva.

Welby ha sollevato il caso opposto: che si fa quando il paziente ha ancora cervello per capire, sentire l'ambiente esterno, ma per il resto tutto il corpo è paralizzato, le funzioni vegetative e di relazione quasi completamente compromesse, e in più manifesta chiaramente l'intenzione che una vita di tal fatta per lui è una sofferenza insostenibile?Non esiste legge che dica cosa fare. La Politica, che per definizione dovrebbe decidere ha delegato ai magistrati e ai medici. I magistrati hanno applicato a Welby una legislazione che non contempla il caso, sbagliando; non esiste legislazione per quel caso. I medici, un medico anestesista ha fatto. Come avviene sempre perchè, cara Società, è un dolore insostenibile anche per il medico uno stato di sofferenza così bestiale e senza speranza.

Adesso condannerete quel medico per omicidio volontario?
Se bastasse il [vostro] silenzio cerebrale, come sarebbe facile staccarvi la spina eccellentissimi legislatori, prudentissimi Vicari, vendutissimi presentatori di 'trasmissioni di approfondimento'."

Meno ipocrisia, più libertà, quando questa rimane entro una sfera personale, senza minimamente scalfire le libertà altrui. L'integralismo religioso, sia esso islamico (tanto criticato nella nostra società) o cattolico (tanto sottovalutato o misconosciuto) vuole imporre comportamenti che soffocano la libertà dell'Uomo.
L'Eccellentissimo Ordine dei Medici e la AAROI hanno forse espresso delle opinioni in merito a quanto accaduto? Se lo hanno fatto la loro voce era flebile, nessuno è riuscito a sentire le loro parole. Piergiorgio Welby, con pieno diritto, ha rifiutato la terapia ventilatoria fino alla morte, coscientemente e consapevolmente. Solo il Dott. Mario Riccio, Anestesista Rianimatore a Cremona, ha avuto il coraggio civile e deontologico di ascoltare le Sue implorazioni, accogliendole. Basta così.

09 dicembre 2006

UNA TECNICA INNOVATIVA PER LE FRATTURE DI POLSO

Presso la divisione di Ortopedia dell'Ospedale di Gallipoli, diretta dal dott. G.F. Surace, si applica una metodica mini -invasiva per la riduzione e la contenzione delle fratture di polso.
L’intervento viene effettuato dal dott. W. Mega e collaboratori utilizzando il sistema Miros.
Miros è un sistema di sintesi rapido e moderno che, avvalendosi di uno strumentario composto da fili metallici ed una clip esterna di blocco, attraverso una metodica chirurgica semplice ed intuitiva, permette la fissazione di fratture instabili e di difficile contenzione con i sistemi tradizionali (apparecchio gessato).







Con il Paziente in anestesia (generale o periferica), si effettua la riduzione della frattura, quindi si infiggono i fili metallici sull’estremo distale del radio














sotto controllo di un amplificatore di brillanza si fanno progredire all’interno del radio, realizzando in tal modo una sintesi endomidollare elastica.











Si ripiegano i fili bloccandoli con una clips














VANTAGGI
Rapidità di intervento
Grande libertà di movimento per il paziente

Rapida ripresa funzionale senza fisioterapia

08 dicembre 2006

Italia. Si insedia la Commissione sulla dignita' del fine vita

4 Dicembre 2006
Il Ministro della Salute Livia Turco ha insediato questa mattina la "Commissione sulla terapia del dolore, le cure palliative e la dignità del fine vita".
La Commissione, coordinata dalla stessa Livia Turco, è composta da 30 membri di diversa estrazione professionale e ha come finalità quella di elaborare un documento di riferimento generale sullo stato dei servizi e delle procedure inerenti la terapia del dolore, le cure palliative e le cure di fine vita.

In particolare la Commissione dovrà evidenziare gli eventuali elementi di criticità e le priorità sulle quali deve essere posta una particolare attenzione dalle istituzioni interessate per il miglioramento dei servizi e dei protocolli assistenziali nelle diverse realtà del Paese.

"Questa Commissione nasce dalla necessità di affrontare subito lo stato dei servizi di assistenza ma anche le procedure, i protocolli e le linee guida riguardanti i modi e la qualità con cui vengono assistiti migliaia di cittadini nelle fasi più dolorose e tragiche della loro esistenza. Oggi si parla tanto, e giustamente, degli aspetti etici legati al fine vita. Si parla invece poco di cosa, in ogni caso e al di là delle proprie convinzioni su eutanasia, testamento biologico e accanimento terapeutico, bisogna fare affinché nessuno sia lasciato solo e senza dignità nelle fasi terminali di una grave malattia ma anche nel decorso drammatico di molte malattie croniche invalidanti".

Secondo il ministro Turco "in Italia abbiamo magnifiche esperienze ma anche troppi ritardi rispetto alla cultura della lotta al dolore e alla stessa umanizzazione delle cure che deve consentire un approccio diverso alla persona e il massimo coinvolgimento possibile dei familiari ai quali va garantito un costante supporto assistenziale per tutta la durata della malattia. Non solo negli ambiti strettamente medico-sanitari ma anche per quelli assistenziali e di vero e proprio sostegno nella gestione della persona malata in condizioni terminali o gravemente degenerative".

La Commissione, per i cui membri non è previsto alcun compenso, resterà in carica un anno ma il documento programmatico, che sarà oggetto di confronto con le Regioni, sarà predisposto entro la prossima primavera al fine di accelerare l'avvio di iniziative concrete di implementazione della qualità dei servizi preposti alla dignità e alla qualità della vita anche nelle sue fasi terminali.

La Commissione, inoltre, si muoverà su 8 direttrici tra cui la predisposizione delle linee per la stesura di un "Piano nazionale per le cure palliative"; l'aggiornamento del documento "Ospedale senza dolore" finalizzato a far sì che in tutti gli ospedali siano promossi protocolli di monitoraggio e attenzione alle dinamiche del dolore sofferto dai pazienti durante le degenze.

Inoltre la commissione si occuperà dello sviluppo di linee guida per la promozione della dignità dei pazienti in condizioni gravissime o di fine vita; l'avvio di un'indagine sulla qualità negli ospedali e nelle residenze sempre in riferimento ai servizi e alle modalità assistenziali nelle fasi terminali della vita.

I MEMBRI

Ecco l elenco dei membri della Commisione per la dignita' del fine vita: Coordinatore: Livia Turco, Ministro della Salute; Vicecoordinatore: Stefano Inglese, Consigliere del Ministro; Membri: Adriano Amadei, Cittadinanzattiva; Franca Benini, Responsabile Terapia Antalgica, Dipartimento di Pediatria, Universita' degli Studi Padova; Oscar Bertetto, Ospedale Le Molinette, Torino; Claudio Blengini, SIMMG; Paolo Busoni, U. O. Anestesia e Rianimazione Ospedale Meyer, Firenze; Giuseppe Caminiti, gia' componente della Camera dei Deputati; Augusto Caraceni, Direttore Hospice Istituto Tumori, Milano; Claudio Cartoni, Responsabile Unita' di Cure Palliative Ematologia, Policlinico Umberto I, Roma; Cesare Catananti, Direttore sanitario Policlinico Gemelli, Roma; Oscar Corli, Responsabile U.O. Cure Palliative, P.O. V. Buzzi, Milano; Carlo De Fanti, Primario Neurologo Emerito, Ospedale Ca' Niguarda, Milano; Fulvio De Nigris, Associazione Amici di Luca , Bologna; Francesca Floriani, Fondazione Floriani, Milano; Luciano Gattinoni, Presidente Societa' Italiana di Anestesia e Rianimazione; Franco Enriquet, Fondazione Gigi Ghirotti; Roberto La Bianca, Presidente Fondazione AIOM; Domenico Maurizi, Responsabile Unita' di Cure Palliative ASL 8, Arezzo; Pietro Nisii, Professore emerito di Anestesiologia e Rianimazione, Roma; Filippo Palumbo, Direttore Generale Programmazione Sanitaria, Ministero della Salute; Pier Luigi Petrini, gia' componente del Senato della Repubblica; Valerio Pocar, Professore di Sociologia del Diritto nell Universita' degli Studi di Milano - Bicocca, presidente della Consulta di Bioetica, membro del Comitato Etico della Fondazione Floriani e dell Istituto Neurologico C. Besta di Milano; Amedeo Santosuosso, Magistrato presso la Corte di appello di Milano e docente presso la Facolta' di Giurisprudenza dell Universita' degli studi di Pavia; Sandro Spinsanti, bioeticista, Roma; Marco Spizzichino, Direzione della Programmazione Sanitaria, Ministero della Salute; Giorgio Trizzino, Palliativista, Direttore Unita' Operativa Cure Palliative Hospice, Palermo; Giustino Varrassi, Presidente AISD, Associazione Italiana per lo Studio del Dolore e Presidente EFIC, Federazione Europea delle Associazioni per lo Studio del Dolore; Giovanni Zaninetta, Responsabile Medico Hospice Domus Salutis, Brescia; Furio Zucco, Presidente SICP(Societa' Italiana di Cure Palliative).

tratto da ADUC

06 dicembre 2006

Tumori cerebrali: scoperta italiana

Ricercatori dell'Istituto San Raffaele scoprono proteine «chiave» per la crescita del glioblastoma. Possibili prospettive per la terapia.

MILANO - Un gruppo di ricercatori dell’Istituto San Raffaele e dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca coordinati da Angelo Vescovi, ha scoperto un meccanismo che blocca lo sviluppo delle cellule del Glioblastoma Multiforme (GMB) e quindi la crescita del tumore cerebrale più frequente nell’uomo, purtroppo ancora incurabile. La ricerca è stata condotta in collaborazione con collaborazione con l’Istituto Neurologico Besta, la University of Queensland (Australia), la StemGen Biotech e la John Hopkins University di Baltimora (Usa).L’importante scoperta, pubblicata sulla rivista scientifica Nature, ha dimostrato che le cellule staminali che generano il glioblastoma possiedono gli stessi meccanismi di controllo della moltiplicazione cellulare delle staminali cerebrali normali. Si tratta di un insieme di interruttori, detti recettori di membrana, localizzati sulla superficie di quelle cellule che danno origine al tumore e che vengono attivati da proteine specifiche. Queste proteine sono le proteine morfogenetiche ossee (BMPs). Quando le cellule staminali tumorali del glioblastoma umano vengono esposte alle BMPs si attiva un meccanismo che prima ne interrompe la moltiplicazione e in seguito determina la loro maturazione in cellule «normali» del cervello, quali neuroni e glia (tessuto connettivo del cervello).
PROSPETTIVE - La scoperta potrebbe portare a terapie potenzialmente innovativa per il glioblastoma umano: non mirare più a colpire in modo generico tutte le cellule tumorali, ma attaccare solo quelle cellule, non numerose, che sono la vera causa del glioblastoma. Spiega Angelo Vescovi: «Poiché all’interno delle cellule staminali del glioblastoma umano si accendono una serie di meccanismi molecolari specifici quando queste vengono attivate dalle proteine BMPs, è ora possibile identificare nuovi bersagli molecolari e genetici fino ad oggi insospettati da colpire nel tentativo di fermare questo cancro incurabile. Desidero sottolineare però che è necessario essere prudenti: prima di una possibile applicazione clinica saranno necessari almeno due anni in cui verificare la possibilità di una sperimentazione sull’uomo».
CHE COS' E' IL GLIOBLASTOMA - Il glioblastoma multiforme Il Glioblastoma Multiforme (GBM), nome più comune del Glioma di grado IV, è una forma di tumore al cervello altamente aggressiva e maligna, in grado di crescere rapidamente e di infiltrare vaste aree di tessuto cerebrale, sviluppandosi inevitabilmente in forma letale. I gliomi rappresentano oggi il tipo di tumore cerebrale più comune nell’uomo. Tra questi, il glioblastoma multiforme è il più frequente e rappresenta circa il 30% di tutti i tumori cerebrali. Negli adulti colpisce prevalentemente i maschi in età tra i 50 e i 60 anni. Il glioblastoma multiforme non ha sedi assolutamente tipiche: può occupare più o meno estesamente un intero lobo (spesso frontale o temporale) o estendersi a più lobi, raggiungendo anche le strutture profonde ed invadendo anche l’emisfero opposto coinvolgendo il corpo calloso (glioblastomi a farfalla).
06 dicembre 2006

02 dicembre 2006

Somministrazione intratecali di farmaci e neurostimolazione

Nel nostro ospedale usiamo tecniche di trattamento del dolore all'avanguardia. Impiantiamo pompe per la somministrazione intratecale di farmaci e neurostimolatori.

Indicazioni terapeutiche del Lioresal Intratecale

Lioresal Intratecale è indicato nei pazienti affetti da grave spasticità cronica associata a sclerosi multipla, a lesioni o ad altre patologie del midollo spinale che non rispondono a terapie antispastiche orali e/o nei pazienti che abbiano effetti collaterali inaccettabili con le dosi terapeuticamente valide di tali antispastici.
Lioresal Intratecale è stato impiegato con successo nei pazienti con spasticità cerebrale, ad esempio nei casi di paralisi cerebrale, lesioni del cranio o infarti cerebrali; tuttavia, l'esperienza clinica è limitata.
Sono stati inoltre trattati con successo anche alcuni pazienti affetti da tetano, per ridurre l'iperreflessia, le clonie e il trisma
.

Come funziona la neurostimolazione

La neurostimolazione può essere anche erogata con un dispositivo medico impiantabile. Esso è costituito da un piccolo dispositivo (chiamato "Pacemaker del Dolore") che viene impiantato chirurgicamente sotto la pelle nella zona addominale. Il neurostimolatore invia al sistema nervoso impulsi elettrici di bassa intensità controllati e avvertiti come una sensazione di formicolio. Questi impulsi elettrici sono erogati attraverso un elettrocatetere (tubicino per uso medico) che è anch'esso impiantato chirurgicamente tramite una incisione in prossimità della colonna vertebrale. Gli impulsi elettrici bloccano il segnale del dolore impedendo che raggiunga il cervello, luogo in cui il dolore viene percepito, alleviando quindi il dolore.Poiché la neurostimolazione agisce nell'area in cui viaggiano i segnali del dolore, gli impulsi elettrici possono essere diretti in modo da coprire le aree specifiche interessate dal dolore. La neurostimolazione non utilizza farmaci, per questo motivo ha un numero molto ridotto di effetti collaterali rispetto ad altre terapie. La neurostimolazione può inoltre ridurre la necessità di ricorrere a farmaci contro il dolore.

Fasi di impianto di un neurostimolatore presso il nostro reparto (operatori: dott. S. Cannata e dott. S. Salamina):


01 dicembre 2006

Il Parlamento Ue approva i fondi per la ricerca sulle staminali
embrionali... meno male che c‘è l’Europa?
Il Parlamento europeo ha approvato il settimo programma quadro per la ricerca scientifica per il periodo 2007-2013: 54 miliardi di euro che potranno essere utilizzati anche per la ricerca con le staminali embrionali, ma solo nei Paesi in cui cio' e' consentito. Quindi scordiamoci che in merito un pò di soldi potranno arrivare al nostro Paese, anche per cercare di ovviare agli scarsi fondi a disposizione, così come confermato dalla Finanziaria in via di approvazione. Ci possiamo confortare perche' comunque l'approvazione del Parlamento europeo rappresenta un dato positivo anche per il nostro Paese:
1) altre ricerche scientifiche (incluse quelle sulle staminali adulte) ne trarranno vantaggio;
2) la nostra legge non vieta la ricerca sulle staminali embrionali importate da altri Paesi, per cui questi ultimi, avendo più fondi a disposizione, potrebbero essere interessati a investire in strutture italiane in Italia;
3) migliorera' la qualita' della ricerca sulle staminali embrionali nei Paesi in cui ciò è consentito,con vantaggi per gli scienziati italiani che, interessati alla materia, avranno a che fare con strutture straniere economicamente piu' solide per accoglierli;
4) quando questa ricerca dara' i primi frutti, gli italiani non esiteranno ad alimentare il turismo sanitario per terapie che nel nostro Paese non esisteranno (vedi, negli ultimi tre anni, la quadruplicazione dei viaggi all'estero per i trattamenti di fecondazione assistita);
5) la globalizzazione della ricerca e della scienza fa piazza pulita di tutti i pruriti ideologi tipici delle leggi italiane.

tratto da ADUC: Donatella Poretti

30 novembre 2006

OSSIGENOTERAPIA IPERBARICA

Dirigente responsabile Servizio di Terapia Iperbarica
Dott. Giuseppe De Donatis

L’Ossigenoterapia iperbarica (OTI) è presente nel nostro Presidio Ospedaliero di Gallipoli sin dal 1994, primo servizio medico funzionante in una struttura ancora non attiva. E’ localizzata nella Torre A, adiacente al Pronto Soccorso e svolge attività ambulatoriale dalle ore 08.00 alle 19.00 di ogni giorno, esclusa la Domenica ed è sempre pronta nelle emergenze.

Ogni trattamento ha la durata media di 90’ ed ogni ciclo di terapia comprende circa 20 sedute da svolgersi nel corso della settimana: può essere ripetuto più volte previo un periodo di riposo.

Il Paziente da trattare deve essere visitato da un Sanitario del Servizio di Anestesia che disporrà il protocollo di terapia specifico per la patologia da curare.

L’OTI è basata sulla somministrazione di O2, da somministrare in maschera, in ambienti ermeticamente chiusi (camere iperbariche) entro cui si porta la pressione interna a valori superiori a quella atmosferica. Tale metodica rende possibile la diffusione dell’ O2 disciolto nel plasma ad una concentrazione superiore di 12-15 volte quella normale, facendolo così arrivare anche dove non possono accedere i globuli rossi. L’OTI può essere determinante nel risolvere patologie acute , migliorandone la prognosi sia per quel che riguarda la sopravvivenza che l’entità dei postumi.

Riattivando i processi metabolici deficitari può portare alcune malattie croniche a guarigione o ad evidente miglioramento, tuttavia non va vista come l’ultimo rimedio ‘eroico’ quando le condizioni del Paziente sono oramai quasi o del tutto compromesse.

L’OTI mostra le caratteristiche di un farmaco dotato di un alto coefficiente terapeutico. Le malattie per le quali è indispensabile o consigliabile il ricorso all’OTI, sia essa da sola o in associazione ad altri presidi terapeutici, sono state stabilite dalle società scientifiche SIMSI, SIARTI, ANCIP.

PROTOCOLLI APPLICATIVI DELL’OTI

  1. Malattia da Decompressione
  2. Embolia Gassosa Arteriosa (iatrogena o barotraumatica)
  3. Gangrena Gassosa da clostridi
  4. infezione acuta dei tessuti molli a varia eziologia
  5. Gangrena e ulcere cutanee nel diabetico
  6. intossicazione da CO
  7. lesioni da schiacciamento e sindrome compartimentale
  8. innesti cutanei e lembi a rischio
  9. osteomielite cronica refrattaria
  10. ulcere cutanee da insufficienza vascolare o post-traumatica
  11. lesioni tessutali post-attiniche
  12. ipoacusia improvvisa
  13. osteonecrosi asettica

ALTRE PATOLOGIE

  1. retinopatia pigmentosa
  2. sindrome di Meniere
  3. sindrome algodistrofica
  4. parodontopatia
ALCUNI CASI TRATTATI







21 novembre 2006

INGHILTERRA: l’accanimento terapeutico è reato

Tempi duri in Gran Bretagna per i medici anti-eutanasia: e' in arrivo una serie di norme e direttive che ne prevede l'incriminazione se non staccano la spina e insistono nella somministrazione di terapie quando invece il paziente ha espresso chiaramente in passato il suo desiderio di non essere curato ad oltranza. Lord Falconer, il ministro della Giustizia, ha gia' avvertito che il medico non disposto ad obbedire al nuovo regolamento (articolato nel 'Mental Capacity Act') rischiera' la prigione o grosse multe. La pena massima sara' di cinque anni di carcere, in quanto il reato e' stato equiparato all'aggressione. In base al 'Mental Capacity Act', che dovrebbe entrare in vigore nel corso della primavera 2007 e ha l'appoggio del ministro della Sanita' Patricia Hewitt, familiari e amici di una persona colpita da un male incurabile e non piu' in grado di intendere e volere a pieno titolo potranno far causa ai medici in caso di accanimento terapeutico. Il 'Mental Capacity Act' dovrebbe dare piena cittadinanza giuridica ai 'living wills' e cioe' ai testamenti di persone che in passato hanno espresso in modo esplicito il desiderio di non essere curate se colpite da una grave e irrimediabile invalidita' che ne danneggia l'attivita' cerebrale.

20 novembre 2006

IL GENE CHE RENDE SENSIBILI AL DOLORE

Dopo la scoperta di Kibra, il gene che determina la nostra memoria, gli studiosi americani hanno scoperto GCH1, un gene che ha un ruolo importante nel determinare la suscettibilità al dolore. Inoltre, una sua particolare variante sembra proteggere dal dolore. La scoperta, che potrebbe portare a future cure anti-dolore, è pubblicata sulla rivista Nature Medicine ed è stata finanziata dai National Institutes of Health degli Stati Uniti. Lo studio è stato condotto su volontari sani e pazienti che avevano appena subito interventi chirurgici in collaborazione con diversi centri statunitensi, fra i quali l'Istituto di Ricerca dentale e craniofacciale (NIDCR) di Bethesda, e l'Istituto per l'abuso di alcolici e l'alcolismo (NIAAA). DOLORE EREDITARIO «Abbiamo scoperto una via completamente nuova attraverso la quale nasce il dolore», ha osservato il coordinatore dello studio, Clifford Woolf del Massachusetts General Hospital e della Harvard Medical School di Boston. «La ricerca - ha aggiunto - dimostra che ereditiamo la sensibilità al dolore, sia in condizioni normali sia quando viene danneggiato il sistema nervoso». Conoscere il gene legato al dolore, inoltre, rende possibile identificare le persone a rischio, ad esempio permette di prevedere quale sarà la loro percezione del dolore dopo un intervento chirurgico. LA RICERCA DELLA VARIANTE Il primo sospetto sul gene della sensibilità al dolore era venuto osservando i geni che si «accendono» in seguito a danni al nervo sciatico. Quello che si sapeva, all'inizio dello studio, era che il gene GCH1 controlla la produzione del GTP cicloidrolasi, uno degli enzimi necessari a produrre una sostanza fondamentale nel processo di produzione di alcuni neurotrasmettitori, la tetraidrobiopterina (BH4). Esperimenti condotti sui ratti hanno quindi permesso di dimostrare, per la prima volta, che sia il gene GCH1 che la BH4 sono coinvolti nella percezione del dolore. «È la prima evidenza - ha osservato Wolf - di un contributo genetico al rischio di sviluppare un dolore neuropatico nell'uomo. La sequenza genetica che protegge dal dolore, presente nel 20%-25% della popolazione, sembra essere un indicatore sia per una minore sensibilità al dolore sia per un ridotto rischio di dolore cronico». Quindi i ricercatori sono andati a caccia delle varianti del gene GCH1 nell'uomo e hanno scoperto che una particolare variante del gene protegge sia dalla sensibilità al dolore cronico post-chirurgico, sia dal dolore acuto. Adesso stanno lavorando per definire esattamente il modo in cui il gene GCH1 viene attivato dalla comparsa di infiammazioni o da ferite e sperano di identificare altri geni coinvolti nella sensibilità al dolore.

(fonte: www.lastampa.it)

04 novembre 2006

Lavori qui? allora parcheggia fuori, non c'è posto per te!

Il buongiorno si vede dal mattino! Ma non nell'Ospedale di Gallipoli. Questo infatti è forse l'unico Ospedale al mondo in cui coloro che vi lavorano, se vogliono venire in auto, devono parcheggiare all'esterno e pagare gli abusivi (nessuno si accorge dei posteggiatori abusivi che imperversano da anni in un parcheggio libero annesso ad un Ospedale? Grande Italia!), mentre degenti, familiari, camperisti, salumieri, cortigiani, turisti fai da te e quant'altro hanno totale libertà di sistemare i propri mezzi di trasporto ovunque, spesso al di fuori delle zone predisposte, in totale disprezzo della buona educazione, preferibilmente proprio lì dove si impedisce il passaggio di mezzi di soccorso o di persone con carrozzelle. E gli addetti alla portineria? chiedetelo a Donato, a cui hanno spaccato il naso con un pugno perchè si era permesso di bloccare un parcheggio selvaggio ed ovviamente non autorizzato di un 'visitatore'. Semplice, basterebbe un Vigilante, come ce ne sono in 'tutti i soliti Ospedali del mondo'. Qui no! Non si discute. E la Direzione Amministrativa non fa nulla? No, cioè si. Ripete l'esperimento già fallito alla grande del badge identificativo da applicare sulla propria auto per poi far prelevare l'auto che ne è sprovvista con un carro-attrezzi convenzionato: esperimento fallito (in realtà mai iniziato malgrado i soldi spesi) anni fa e fallito anche adesso, dato che ancora non è cambiato nulla malgrado siano stati già da tempo distribuiti i cartellini numerati pateticamente esposti da quei pochi 'lavoratori' che ancora riescono a parcheggiare all'interno dell'Ospedale. Continueremo quindi a permettere che tutto questo continui? Sicuramente si, come d'altronde molte delle cose che non vanno (quelle serie, però) e che malgrado siano state denunciate più volte, non sono migliorate, ma continuano ad essere accettate, anzi subìte. Ma ne scriveremo in seguito. Una per una, promesso.

Simone - click sull'immagine per ingrandire.

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17 ottobre 2006

Annunci edonistici

Aggiornamento - Update. Ma in questi giorni sono preso da altri 2 nuovi miei blogs:

Il pasto nudo - Il portale italiano sul web 2.0

I due nuovi siti-blog del dott. Sebastiano Cannata (co-fondatore di questo sito assieme al dott. Simone Salamina):

Qui si parla di Politica, Arte e tanto altro

Qui si parla di Tecnologie, Internet, Gadgets, Informatica in genere

Se preferite potrete facilmente visionare tutti gli aggiornamenti dei due siti qui:

http://feedraider.com/u/arsenico/p/m4407/ - basterà un click sulla notizia per leggerla.

05 ottobre 2006

Il premio Nobel per la medicina

Grazie a un verme batteremo molti virus, Aids compreso, guariremo una serie di tumori e avremo anche farmaci personalizzati con zero effetti collaterali. Il mondo ringrazia due ricercatori americani, che il verme l’hanno studiato a lungo, e li premia con il Nobel per la Medicina e un assegno da 1,4 milioni di dollari: analizzando il Caenorhabditis elegans (un organismo all’apparenza insignificante da appena un millimetro di lunghezza), hanno scoperto uno dei processi biologici fondamentali, comuni a esseri umani, animali e anche piante. E’ l’interruttore molecolare capace di spegnere i geni e di regolare quindi la produzione delle proteine.

Si chiamano Andrew Fire, quarantasettenne della Stanford University in California, e Craig Mello, quarantaseienne della University of Massachusetts Medical School, e dal ‘98, quando pubblicarono il clamoroso annuncio sulla rivista «Nature», hanno provocato una rivoluzione. Le loro analisi hanno portato alla luce l’inferenza dell’RNA che - secondo la traduzione della giuria del Karolinska Institute di Stoccolma - è «un meccanismo fondamentale per controllare il flusso dell’informazione genetica e che contiene una quantità di implicazioni, sia scientifiche sia terapeutiche, pressoché incalcolabile».

Fonte della notizia

Il ruolo dei piccoli ospedali

E' un argomento che a me sta a cuore da sempre. Incentivarli, invece di chiuderli. Qualche idea noi medici ospedalieri l'avremmo in proposito. Ma non si può dire che su questo argomento - e altri - veniamo frequentemente consultati.

Si può scoprire però che anche qualche amministratore d'una grande Regione come la Campania la pensi allo stesso modo.

dott. sebastiano Cannata

Ascoltare l'intervista. Fonte dell'audio l'archivio di Radio Rai1. Giornalista Vito Pindozzi.

Biotronik Lumax ICD con Defibrillatore, Invio Sms, E-Mails, Fax

E' un pacemaker, e sin qui niente di nuovo. E' un defibrillatore, può quindi salvare la vita in caso di fibrillazione. Ma anche questo non è una novità.

Il Lumax può inviare in automatico, sms, email e fax. A chi vogliamo noi. Meglio settarlo con gli indirizzi dell'ospedale e del cardiologo che l'ha impiantato. In ogni caso i dati vengono inviati a un sito web e archiviati per una successiva lettura.

01 ottobre 2006

Lipid Reversal of Bupivacaine Toxicity


Intralipid infusion is used to reverse a period of bupivacaine-induced cardiac arrest in a rat model. Arterial pressure and ECG waveforms are shown.

Uso degli oppiacei nel dolore cronico non oncologico

Visualizzate la presentazione qui. Se non visualizzate installate Adobe Acrobat Reader.

30 settembre 2006

Equipe


In allestimento. L'èquipe non è al completo.

18 settembre 2006